Il 16 aprile è stato il decimo anniversario della morte del bambino ex schiavo pakistano, simbolo dello sfruttamento, che mobilitò l`opinione pubblica mondialeL`Istituto degli Innocenti di Firenze ha ricordato, con un bellissimo testo sul sito www.istitutodeglinnocenti.it, il decimo anniversario della morte del piccolo Iqbal Masih, il bambino ex schiavo pakistano simbolo dello sfruttamento minorile che con le sue testimonianze mobilitò l`opinione pubblica mondiale contro la schiavitù minorile.
Ecco il brano:
Voleva diventare un grande avvocato e liberare i bambini che, come lui, lavoravano come schiavi nelle fabbriche di tappeti, di mattoni, oppure nelle fattorie. Voleva che i bambini poveri e sfruttati come lui avessero la possibilità di andare a scuola per avere un futuro migliore. Era questo il sogno di Iqbal Masih, bambino pakistano. Venne interrotto alle 8 di sera del 16 aprile 1995, il giorno di Pasqua. Centoventi colpi d`arma da fuoco stroncarono la sua giovane vita all`età di 12 anni e ferirono due giovani amici con i quali, con la stessa bicicletta, stava portando la cena al padre che lavorava nell`orto di famiglia.
Una tragica fine quella di Iqbal Masih. La sua storia ha commosso il mondo intero e ha portato ancora una volta alla ribalta il terribile problema della schiavitù dei bambini nei paesi poveri. La vicenda di Iqbal è infatti molto simile, anche se con sfumature diverse, a quella 250 milioni di piccoli schiavi (dati Unicef) che vengono ceduti per pochi euro ai trafficanti di schiavi o a imprenditori senza scrupoli, dalle famiglie che non possono mantenere i figli. Nel solo Pakistan, secondo i dati della Human Rights Commission, i bambini che lavorano, con età inferiore ai 14 anni, sono 6 milioni.
Iqbal aveva solo 4 anni quando venne venduto per una cifra equivalente a 150 euro. Le sue piccole dita, per 12 ore al giorno, intrecciavano i fili di lana del telaio in una fabbrica pakinstana di tappeti, vicino a Lahore, insieme ad altre decine di piccoli schiavi. Un giorno, aveva 10 anni, scoprì che poteva esser un bambino libero e si rivolse al BLLF (Bonded Labour Liberation Front) una organizzazione che lotta contro la schiavitù dei bambini e si occupa della loro riabilitazione. Iqbal riuscì a scappare dalla fabbrica di tappeti e, in giro per il mondo, raccontò la sua storia di bambino ex schiavo invitando il mondo a boicottare il mercato pakistano dei tappeti.
Divenne un simbolo contro la schiavitù e lo sfruttamento minorile. La sua protesta ebbe come conseguenza il crollo nel mercato dei tappeti dopo decenni di buoni affari. Un simbolo troppo scomodo e pericoloso che la mafia dei tappeti decise di eliminare. Oggi c`è un po`più di attenzione verso il problema dello sfruttamento minorile e le multinazionali che utilizzano manodopera a basso prezzo sono più attente ad appaltare il lavoro ad aziende che utilizzano bambini, mentre i governi che hanno questo fenomeno tentano di combatterlo con maggiore energia. Una piccola goccia nel mare dello sfruttamento minorile e della povertà dei paesi in via di sviluppo, ma il sacrificio del piccolo eroe pakistano non è stato inutile.